La popolazione neuronica che sopprime il desiderio di sodio

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 08 febbraio 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le concentrazioni molto elevate di sodio negli alimenti non sono gradite al gusto, verosimilmente perché lo spettro di gradimento dei sapori elementari, quali salato, dolce, acido, amaro e umami è legato agli equilibri omeostatici dell’organismo. Eppure, negli organismi in condizioni di acuta sodiopenia (Na+ depletion), l’appetito del sodio si può manifestare con lo stato neurofunzionale cerebrale di una potente forma di motivazione che induce l’animale ad assumere alimenti ad alta concentrazione di sodio che, in condizioni di perfetto equilibrio idro-elettrolitico e metabolico, indurrebbero risposte di avversione.

Il potenziale potente appetito per il sodio è soppresso in condizioni fisiologiche ordinarie, al fine di prevenire deviazioni dai parametri omeostatici ottimali. I meccanismi molecolari e neuronici sottostanti la stimolazione dell’appetito per il sodio hanno ricevuto grande attenzione da parte dei ricercatori negli anni recenti, ma i processi che determinano l’inibizione di questo desiderio istintivo rimangono ancora in gran parte ignoti. L’interesse per l’individuazione dei sistemi neuronici e dei meccanismi molecolari di regolazione dell’assunzione di sodio è accresciuto da tutte le condizioni cliniche per le quali è richiesta una riduzione del sodio alimentare.

Seahyung Park e colleghi hanno individuato una popolazione neuronica troncoencefalica che esprime un particolare recettore per la serotonina e agisce sopprimendo il desiderio di assumere Na+.

(Park S., et al. A neural basis for tonic suppression of sodium appetite. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-019-0573-2, 2020).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Biological Sciences, Korea Advanced Institute of Science and Technology, Daejon (Corea); The Center for Hypothalamic Research, Department of Internal Medicine, University of Texas Southwestern Medical Center, Dallas, Texas (USA); Department of Neuroscience, University of Texas Southwestern Medical Center, Dallas, Texas (USA).

La sperimentazione condotta da Park e colleghi, in questa collaborazione fra laboratori coreani e texani, ha individuato nel nucleo parabrachiale laterale (LPBN, da lateral parabrachial nucleus) una popolazione neuronica esprimente il recettore per la 5-HT (serotonina) Htr2c – etichettati perciò come neuroni LPBNHtr2c – e in grado di inibire la spinta ad assumere sodio.

L’osservazione delle proprietà di queste cellule e del comportamento funzionale ha consentito di comprendere che la loro attività è regolata in base al contenuto di sodio dell’organismo, e la loro attivazione può sopprimere molto rapidamente l’assunzione di Na+. Per converso, la sperimentazione ha evidenziato che l’inibizione di queste cellule LPBNHtr2c agisce da potente stimolo dell’appetito per il sodio; effetto disinibente che si produce anche in condizioni euvolemiche, in cui ordinariamente l’organismo non richiede sodio e l’animale non ne assume pur avendolo a disposizione.

Una traccia interessante per analizzare i processi e comprendere il meccanismo che controlla l’assunzione del catione in equilibrio col potassio è data dal fatto che il recettore Htr2c (espresso dai neuroni LPBNHtr2c) ha per ruolo fisiologico la disinibizione dell’appetito per lo ione Na+, ossia l’opposto di ciò che fanno le cellule individuate da Park e colleghi.

Nel loro insieme, i risultati dello studio qui recensito, per il cui dettaglio si rinvia alla lettura del testo integrale del lavoro originale, suggeriscono che i neuroni LPBNHtr2c agiscano da freno dell’appetito per il sodio e la riduzione della loro attività sia richiesta per la piena manifestazione del bisogno/desiderio di assumerlo.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di studi di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-08 febbraio 2020

www.brainmindlife.org

 

 

 

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